Corto o lungo, oversize o sagomato, invecchiato, basico o ricco di borchie, fibbie e stickers, colorato o con frange: la giacca di pelle è stato il simbolo indiscusso delle sottoculture legate al rock’n’roll come quelle biker, rockabilly e punk; dagli anni Ottanta gli stilisti più famosi hanno cominciato a proporlo sulle passerelle in molte varianti, modificandone la forma e i colori ma mantenendo comunque quell’aria ribelle e anticonformista.
L’invenzione del chiodo viene attribuita a Manfred von Richthofen, aviatore tedesco, per i piloti americani; conosciuto originariamente come “flying jacket”, la giacca di pelle fu poi pensata per i motociclisti quando l’americano Irving Schott nel 1913 aprì, con suo fratello Jack, un’attività chiamata Schott Bros, scegliendo il nome di “Perfecto“: fu una vera svolta perché venne realizzato cucendo insieme i migliori pellami. Il successo fu inevitabile: Marlon Brando in “Il selvaggio” (1953) indossò proprio il chiodo in pelle nel suo ruolo di tenebroso teppista; e ancora James Dean in “Gioventù bruciata” (1955) conquistò subito il pubblico femminile, con indosso un favoloso chiodo di pelle.
Attraversò indenne i vari decenni, imponendosi come capo cult da avere necessariamente nel proprio armadio: nel 1960 conobbe il successo anche sulle passerelle grazie a Yves Saint Laurent che lo presentò in una sua collezione e qualche anno più tardi, nel 1971, anche Vivienne Westwood; nel 1978 “Grease”, ambientato negli anni 50, omaggiò gli anni ruggenti del rock’n’roll, raccontando le prime sottoculture giovanili statunitensi anche con l’abbigliamento e il chiodo in pelle ne era la divisa.
Ne farà la sua uniforme Freddy Mercury, scegliendone anche la versione gialla; fu poi la volta dei Ramones e dei Sex Pistols, icone della musica punk rock, che faranno del leather jacket il loro simbolo distintivo.