Nelle pillole documentarie che Emma Rossi Landi realizza per il suo progetto I Negozi dell’Esquilino c’è una delicata attenzione al fare.
I close-up muti delle mani e dei gesti del lavoro stanno lì ad esprimere una sorta di muta sapienza: una forma di conoscenza quasi ancestrale, priva di retorica ed orpelli: reale, consistente, tangibile.
Gesti dei commercianti che si mostrano per quello che sono, e cioè come il prodotto di anni di pratica, che nella loro “complessa facilità” trapelano di una teoria di ripetizioni nel tempo, fino all’hic et nunc registrato dalla videomaker.
Questa attenzione ai dettagli testimonia di un rispetto “politico” per la pratica del lavoro, che assume i tratti dell’esercizio spirituale, di nobile elevazione dell’animo.
La prospettiva è tutta qui: in questa scelta del dettaglio, che non è mera cronaca, ma attiva partecipazione emotiva al fare.
“I negozi dell’Esquilino” è una rassegna di saperi in pillole che oltre ai meriti artistici della “visione”, ci presenta anche un punto di vista spontaneamente politico.
Politico tanto più in un momento in cui l’economia locale, preziosa per i nostri quartieri e per le nostre vite, è compressa fra le forze ostili della pandemia da un lato e i titani del commercio elettronico, dall’altro.
Siamo davvero entusiasti di essere entrati a far parte di questa collezione di visioni contemporanee dell’Esquilino con l’episodio 9, dedicato alla nostra attività in Sitenne ed al lavoro quotidiano di Alberta.
Davvero un grazie sentito ad Emma, con l’auspicio che continui a descrivere la realtà complessa e sfaccettata del Rione in cui Sitenne ha deciso di mettere radici.
(E mi raccomando: audio on, ché la musica ci sta tutta… in fondo non siamo solo così… pallosi)